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mercoledì 26 dicembre 2012

RISCHIO SANITARIO AMBIENTALE: COME ANALIZZARLO, CASO PER CASO, PER BONIFICARE

In Italia i siti contaminati sono rappresentati per la stragrande maggioranza da impianti industriali, in attività o dismessi, discariche e punti vendita carburanti. Quindi, in questi casi, i lavoratori e/o i residenti sono potenzialmente a rischio per esposizione (inalazione, ingestione e/o contatto dermico) ad agenti chimici pericolosi presenti nel suolo insaturo o nelle acque di falda su cui insistono tali attività.
La Banca Dati "ISS-INAIL" per l’Analisi di Rischio sanitario ambientale è stata elaborata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL).
L'importanza e l'utilità di questa banca dati consiste nel rendere uniformi a livello nazionale i valori dei parametri caratteristici di tali sostanze, necessari per l'applicazione della procedura di analisi di rischio. Questo strumento ha, quindi, permesso di superare il problema legato alla mancata uniformità delle banche dati implementate nei software comunemente utilizzati a livello nazionale, che spesso contengono valori dei parametri chimico-fisici e tossicologici molto diversi tra di loro. Inoltre, la sua precedente versione conteneva delle incongruenze relative alla classificazione di cancerogenicità delle sostanze che, con la presente edizione, si ritengono superate.
VAI AL SITO INAIL PER L'ARTICOLO:
http://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_SALASTAMPA&nextPage=Prodotti/News/2012/Ricerca_e_tecnologie_della_sicurezza/info-1225589329.jsp
E A QUELLO DELL'ISS PER LA BANCA DATI COMPLETA:
http://www.iss.it/iasa/?lang=1&tipo=40

mercoledì 19 dicembre 2012

“ASPI” , “MINI-ASPI 2012” e “MINI-ASPI” : LE ULTERIORI ISTRUZIONI DELL'INPS SULLA NUOVA “DISOCCUPAZIONE”

L'INPS fornisce alcuni chiarimenti in merito all'Indennità di disoccupazione "mini-ASpI 2012":


L'INPS ritiene che l'ipotesi della procedura di licenziamento per giustificato motivo oggettivo conclusa in sede conciliativa con una risoluzione consensuale configuri un'ipotesi di cessazione involontaria del rapporto di lavoro, dando così titolo all’accesso alla tutela del reddito corrispondente:
http://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2fMessaggi%2fMessaggio%20numero%2020830%20del%2018-12-2012.htm
L'INPS fornisce le istruzioni circa le nuove discipline, previste dall'articolo 2 della Legge n. 92/2012 (Riforma del Mercato del Lavoro), conosciute come: Indennità di disoccupazione ASpI e mini–ASpI:
http://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2fCircolari%2fCircolare%20numero%20142%20del%2018-12-2012.htm

martedì 18 dicembre 2012

AGRICOLTURA,SFRUTTAMENTO LAVORATORI MIGRANTI, RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL

Migrante indiano lavora in una serra © Valerio Rinaldi


Dal sito di Amnesty International, che ringraziamo e a cui diamo tutto il nostro sostegno:
http://www.amnesty.it/italia-rapporto-sullo-sfruttamento-dei-lavoratori-migranti-in-agricoltura

""""""""""Italia: rapporto di Amnesty International sullo sfruttamento dei lavoratori migranti nell'agricoltura

CS147: 18/12/2012

L'Italia deve rivedere le politiche che contribuiscono allo sfruttamento dei lavoratori migranti e che violano il loro diritto a condizioni di lavoro giuste e favorevoli e all'accesso alla giustizia.

Lo ha dichiarato oggi Amnesty International, pubblicando un rapporto sullo sfruttamento dei lavoratori migranti nel settore agricolo italiano. Il rapporto si concentra su gravi forme di sfruttamento dei lavoratori migranti provenienti da paesi dell'Africa subsahariana, dell'Africa del Nord e dell'Asia, impiegati in lavori poco qualificati, spesso stagionali o temporanei, per lo più nel settore agricolo delle province di Latina e Caserta.

Il rapporto sottolinea comunque che lo sfruttamento dei lavoratori migranti è diffuso in tutto il paese.

"Nell'ultimo decennio le autorità italiane hanno alimentato l'ansia dell'opinione pubblica sostenendo che la sicurezza del paese è minacciata da un'incontrollabile immigrazione 'clandestina', giustificando in questo modo l'adozione di rigide misure che hanno posto i lavoratori migranti in una situazione legale precaria, rendendoli facili prede dello sfruttamento" - ha dichiarato Francesca Pizzutelli, ricercatrice del Segretariato Internazionale di Amnesty International e autrice del rapporto.

"Il controllo dell'immigrazione può costituire un interesse legittimo di ogni stato, ma non dev'essere portato avanti a danno dei diritti umani di coloro che si trovano nel suo territorio, lavoratori migranti inclusi" - ha sottolineato Pizzutelli.

"L'esito di tutto questo, spesso, per i lavoratori migranti consiste in paghe ben al di sotto del salario concordato tra le parti sociali, riduzioni arbitrarie dei compensi, ritardato o mancato pagamento, lunghi orari di lavoro. Si tratta di un problema diffuso e sistematico" - ha aggiunto Pizzutelli.

Le attuali politiche italiane intendono controllare il numero dei migranti stabilendo delle quote d'ingresso per tipi diversi di lavoratori e rilasciando permessi sulla base di un contratto scritto. Queste quote, tuttavia, sono molto inferiori all'effettivo fabbisogno di lavoratori migranti.

Questo sistema, oltre a essere inefficace e a prestarsi ad abusi, incrementa il rischio di sfruttamento del lavoro dei migranti.

I datori di lavoro preferiscono assumere lavoratori già presenti in Italia a prescindere dalle quote d'ingresso fissate dal governo.

Alcuni lavoratori possono avere il permesso già scaduto mentre altri possono aver ottenuto il visto d'ingresso attraverso intermediari ma non riescono poi a ottenere il permesso di soggiorno.

In questo modo, molti lavoratori migranti finiscono per trovarsi senza documenti che ne attestino la presenza regolare in Italia e rischiano l'espulsione.

La legislazione italiana, inoltre, ha introdotto il reato di "ingresso e soggiorno illegale", stigmatizzando così i lavoratori migranti irregolari, alimentando la xenofobia e la discriminazione nei loro confronti.

Questa legislazione pone i lavoratori migranti nella condizione di non poter chiedere giustizia per salari inferiori a quanto concordato, per il mancato pagamento o per essere sottoposti a lunghi orari di lavoro. La prospettiva, per molti di loro, è che se denunciano lo sfruttamento vengono arrestati ed espulsi a causa del loro status irregolare.

"Le autorità italiane dovrebbero modificare le politiche in materia d'immigrazione concentrandosi prima e soprattutto sui diritti dei lavoratori migranti, indipendentemente dal loro status migratorio, garantendo loro un efficace accesso alla giustizia, istituendo meccanismi sicuri e accessibili per i lavoratori migranti che intendono presentare esposti e denunce contro i datori di lavoro, senza timore di essere arrestati ed espulsi" - ha concluso Pizzutelli.
Ulteriori informazioni

All'inizio del 2011 la presenza di cittadini stranieri in Italia era stimata intorno ai 5,4 milioni, circa l'8,9 per cento della popolazione. Circa 4,9 milioni di cittadini stranieri hanno documenti in regola che li autorizzano a stare in Italia. Si stima che vi sia circa mezzo milione di lavoratori migranti privi di documenti validi, ossia migranti irregolari.

Lo sfruttamento del lavoro dei lavoratori migranti nei settori dell'agricoltura e dell'edilizia in parecchie zone dell'Italia meridionale è diffuso. Essi ricevono paghe inferiori di circa il 40 per cento, a parità di lavoro, rispetto al salario italiano minimo concordato tra le parti sociali e lavorano un maggior numero di ore. Le vittime dello sfruttamento del lavoro sono migranti africani e asiatici e, in alcuni casi, cittadini dell'Unione europea (soprattutto bulgari e rumeni) e cittadini di paesi dell'Europa orientale che non fanno parte dell'Unione europea (tra cui gli albanesi).

Lavoratori migranti indiani e africani, impiegati nelle zone di Latina e Caserta, hanno parlato con Amnesty International in condizioni di anonimato:

"I primi quattro anni dopo essere arrivato in Italia ho lavorato in una fabbrica che confeziona cipolle e patate per l'esportazione. Mi pagavano 800 euro al mese per 12-14 ore di lavoro al giorno. Il datore di lavoro mi diceva sempre che se avessi lavorato duro e bene, mi avrebbe fatto avere i documenti, ma non l'ha mai fatto." ("Hari")

"Lavoro 9-10 ore al giorno dal lunedì al sabato, poi cinque ore la domenica mattina, per tre euro l'ora. Il datore di lavoro mi dovrebbe pagare 600-700 euro al mese; io contavo di mandare 500 euro al mese a mio padre in India. Negli ultimi sette mesi, però, il datore di lavoro non mi ha pagato il salario intero. Mi dà solo 100 euro al mese per le spese. Non posso andare alla polizia perché non ho documenti: mi prenderebbero le impronte e dovrei lasciare l'Italia." ("Sunny")

"Quando non hai i documenti ti danno solo 'lavoro nero', che è mal pagato. Prendiamo dai 25 ai 30 euro al giorno per otto o nove ore di lavoro [2.75-3.75 euro l'ora]. Ma quando ci facciamo male non prendiamo niente." ("Ismael")

"Quando il datore di lavoro non paga, che cosa puoi fare per avere il denaro? Senza documenti, come puoi andare alla polizia? Senza documenti, sei espulso. Ma non hai fatto niente di male...". ("Jean-Baptiste")
FINE DEL COMUNICATO Roma, 18 dicembre 2012

Per approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348 6974361, e-mail press@amnesty.it """"""""""

lunedì 17 dicembre 2012

ADDIO "Disoccupazione"! DALL'1.1.2013 ARRIVA L' "ASPI" (Assicurazione Sociale per l'Impiego)

L’articolo 2 della legge n. 92 del 28 giugno 2012 ha istituito, con decorrenza 1° gennaio 2013, l’Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASpI), con la funzione di fornire un’indennità mensile di disoccupazione ai lavoratori che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione. L’ASpI – che sostituisce la preesistente assicurazione contro la disoccupazione involontaria – si caratterizza per l’ampliamento della platea dei soggetti tutelati, per l’aumento della misura e della durata delle indennità erogabili agli aventi diritto, nonchè per un sistema di finanziamento alimentato da un contributo ordinario e da maggiorazioni contributive.
Clicca qui sotto e leggi la Circolare INPS per capire come funziona:
http://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2fCircolari%2fCircolare%20numero%20140%20del%2014-12-2012.htm

martedì 16 ottobre 2012

AGRICOLTURA: IL GOVERNO INNESTA LA RETROMARCIA

L'abrogazione della norma che concede alla società di persone e di capitali che svolgono esclusivamente attività agricola la facoltà di optare per la determinazione del reddito su base catastale, anziché in base al bilancio, introdotta per di più retroattivamente, rischia di bloccare la crescita del settore.La disposizione, stabilita dalla legge finanziaria per il 2007, era stata introdotta per nascere nel settore agricolo, ancora oggi caratterizzato per lo più da aziende individuali , spesso su base familiare, imprese più strutturate, di tipo societario per affrontare le sfide dello sviluppo e della internazionalizzazione. Le imprese già costituite, dal 2013 dovrebbero modificare il proprio regime fiscale, dopo aver fatto piani di investimento sulla base di business plan di medio e lungo periodo (15-20 anni) e si troverebbero costrette a riformulare con banche e istituti finanziari le loro forme di finanziamento, con evidenti aggravi di costi e possibili casi di default delle società stesse.
Chiediamo che il Governo faccia un passo indietro, ritirando il provvedimento, evitando di penalizzare in maniera gravissima il nostro settore.

AGL Agricoltura

venerdì 12 ottobre 2012

SILURO DEL GOVERNO AI PESCHERECCI

Con il DDL Stabilità il Governo taglia le agevolazioni previdenziali della legge 30/98. Potrebbe essere la fine del settore ittico italiano. Rispetto allo sgravio contributivo del 70%, previsto per il 2013 dalla l.183/2011 (legge di stabilità 2012), la proposta di legge relativa al 2013 lo riduce al 63,2%. Peggio ancora negli anni successivi: 63,2 per il 2014; 57,5% per il 2015 fino al 50,3% a partire dal 2016. C'è il rischio di perdere gran parte dei posti di lavoro nell'intera filiera. Come già da noi più volte richiesto, il sistema avrebbe bisogno invece di una specifica e organica riforma previdenziale (mentre la normativa è , per il settore, risalente al 1958).
AGL Pesca scongiura il Governo di recedere da questo scellerato proposito e di andare a pescare le risorse di cui ha bisogno in altri e ben più ricchi mari!

mercoledì 10 ottobre 2012

DIFESA AREE AGRICOLE: BENE MINISTRO CATANIA, BRAVO GOVERNO MONTI

A metà settembre il ministro per le politiche agricole Catania ha presentato e fatto approvare dal consiglio dei ministri un disegno di legge che prevede la difesa delle aree agricole, lo stop al consumo di suolo e alla cementificazione dissennata del territorio, con conseguente devastazione del paese. La proposta prevede anche il divieto di utilizzare gli introiti dei comuni derivanti dai costi di costruzione, dalle concessioni edilizie e dalle sanzioni per gli abusi edilizi, per le spese correnti. Tale uso distorto, infatti, ha costituito un incentivo formidabile a cementificare il territorio.Essa prevede il divieto di cambiare la destinazione d’uso dei terreni agricoli che hanno avuto aiuti di stato e comunitari. Inoltre viene incentivato il recupero del patrimonio rurale esistente e viene istituito un registro presso il ministero per identificare i comuni interessati, che hano strumenti urbanistici che non prevedono ampliamento di terreni edificati.
In Italia, ogni giorno si cementificano 100 ettari di superficie libera. Dal 1956 al 2012 il territorio nazionale edificato è aumentato del 166%, con una perdita imponente di superficie agricola che impedisce al paese di soddisfare il fabbisogno alimentare e lo costringe ad aumentare le importazioni e il debito pubblico. Ogni bambino che nasce nel nostro paese ha 36 vani a disposizione. Milano ha 80 mila case vuote; a Roma ce ne sono 200 mila.
La proposta che, se approvata,infliggerebbe un colpo decisivo alla malavita organizzata e al riciclaggio di denaro sporco, non è ancora, stranamente, arrivata alla Camera e al Senato.
Chiamiamo tutte le forze sociali sane del Paese a sostenere questo disegno di legge, a spingere per accelerarne l'iter e a fare in modo che non cali su di esso una colata di cemento che lo seppellisca.

martedì 18 settembre 2012

6.11.2012 COLORADO (USA): REFERENDUM PER LEGALIZZARE L'USO RICREATIVO DELLA MARIJUANA

Dal sito dell'Associazione dei Consumatori ADUC:
http://www.aduc.it/notizia/referendum+legalizzazione+marijuana+novembre_124963.php

Fumare in modo occasionale marijuana renderebbe i polmoni più sani rispetto a chi si accende una normale sigaretta. I rischi per la salute polmonare legati a questi comportamenti sarebbero minori nel primo caso. A rivelarlo è uno studio dell’Università dell’Alabama, pubblicato sul Journal of the American Medical Association, che ha monitorato per circa 20 anni dei fumatori di tabacco e altri di marijuana.
Ovvio sottolineare il colpo al mercato nero e alla delinquenza di un simile eventuale provvedimento oltre al beneficio fiscale e occupazionale che ne potrebbe derivare.

venerdì 14 settembre 2012

DALL'1.1.2013 TRATTAMENTO DI DISOCCUPAZIONE ANCHE PER I 20.000 IMBARCATI DELLA PICCOLA PESCA

In base alla riforma Fornero (L. 92/2012) anche i lavoratori della piccola pesca (ivi compresi i soci lavoratori delle cooperative di piccola pesca di cui alla legge 250/58) inizieranno a godere della nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego (ASPI), che sostituisce l'istituto dell'indennità di disoccupazione per tutto il lavoro dipendente del settore privato.

La nuove disposizioni entreranno in vigore il 1 gennaio 2013.All'AGL Pesca ciò non basta. Vogliamo la riforma della previdenza per i pescatori, la cui normativa risale al 1958 ed è, di fatto, ormai inadeguata ai tempi.

Inoltre i pescatori continuano ad essere l'unica categoria che ancora oggi non gode di indennità economica di malattia, così come del riconoscimento dell'attività quale lavoro usurante. AGL Pesca darà il suo contributo per la conquista di questi diritti.

martedì 4 settembre 2012

AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA NEL SETTORE PESCA

Riportiamo, per opportuna conoscenza dei lavoratori del settore, ampio stralcio del testo dell'accordo sottoscritto al Ministero del Lavoro il 7 agosto scorso per l'accesso anche nel settore Pesca agli ammortizzatori sociali in deroga:
""""""""""(...)
VISTO

I'accordo governativo del 17.07.12 con il quale si è disposta l'assegnazione della somma

complessiva di 30 milioni di euro finalizzati alla Cassa Integrazione Guadagni in deroga per il

"Settore pesca".

VISTE

le successive istanze pervenute dalle Parti sociali presenti all'odiema riunione finalizzate alla

sottoscrizione del citato accordo.

VISTA

la legge del 12.11.2011, n.183,che all'art. 33, comma 21, prevede la concessione, per periodi non superiori a 12 mesi, in deroga alla normativa vigente, di trattamenti di cassa integrazione guadagni, di mobilità e di disoccupazione speciale, anche con riferimento a settori produttivi ed aree regionali.

TUTTO CIO'VISTO,

le Parti raggiungono la seguente intesa.

1)Il presente accordo in sede governativa dispone l'assegnazione, a valere sulle risorse

destinate agli ammortizzatori sociali in deroga per l'annualità 2012, della somma

complessiva di 30 milioni di Euro finalizzati alla Cassa Integrazione Guadagni in deroga per

il "Settore pesca", per l'anno 2012 e, comunque, sino ad esaurimento delle risorse assegnate,

anche tenuto conto delle istanze ad oggi giacenti e riferite alle annualità pregresse.

2)La CIG è erogata secondo le disposizioni in materia al personale imbarcato, dipendente e

socio lavoratore di cui alla L. 142/2001 delle Imprese di pesca interessate dallo stato di crisi

che ha investito il settore, e che benefici di un sistema retributivo con minimo monetario

garantito.

3)Il trattamento di integrazione salariale è riconosciuto in tutte le situazioni di crisi del settore,

anche collegate ai periodi di fermo biologico, in cui si renda necessario sospendere l'attività

lavorativa per cause non imputabili al datore di lavoro.

4)L'accesso alle misure di sostegno al reddito di cui al presente verbale potrà avvenire sulla

base di specifici accordi, comprensivi degli elenchi nominativi dei lavoratori beneficiari,

sottoscritti dalle Parti sociali presso le Istituzioni territoriali competenti a livello di una o più

marinerie e di successive istanze da presentare agli Uffici Inps competenti per territorio

entro e non oltre la data del I 5.01. 2013 .

5)L'INPS viene incaricato dell'ammissione ai trattamenti e dell'erogazione, nei limiti delle

risorse assegnate, delle prestazioni di CIG, sulla base del presente accordo, provvedendo,

inoltre al monitoraggio a livello centrale delle prestazioni erogate dalle Sedi periferiche.

6)Le Parti concordano, al fine di facilitare il monitoraggio di cui al punto precedente, di

ricorrere - per l'annualità 2012 - al pagamento diretto da parte dell'INPS dei trattamenti di

sostegno al reddito.(...)”””””””””

lunedì 27 agosto 2012

VICENDA DEI MAROCCHINI LICENZIATI A TORTONA (AL) CON UN CARTELLO.PONIAMOCI ALCUNI INTERROGATIVI.

Questa la notizia


E questo è il servizio del TG3




Ringraziamo tutti i partiti, i sindacati e le associazioni locali che si sono mobilitati per dare aiuto a queste persone.


Però, in un momento in cui il Ministro Fornero afferma che con le sue misure cambierà in maniera decisiva il mondo del lavoro, crediamo sia necessario porsi alcune domande. Perchè forse il vero cambiamento del lavoro in Italia parte dalle relative risposte.


  1. siamo ricchi di Associazioni datoriali di tutti gli orientamenti e tendenze. Anche in campo agricolo. La storia del lavoro nei campi è stata molto dura nel nostro Paese. Queste cose le abbiamo viste da anni. Eppure: quanto tempo è ancora necessario affinchè si porti un po' più di civiltà nel mondo agricolo italiano? Stanno lavorando su questo le Associazioni o fanno finta di non vedere per non perdere iscritti o potenziali iscritti?
  2. Visto che le Aziende della Grande Distribuzione amano essere protagoniste di convegni sulla Responsabilità Sociale, non hanno nulla da dire su questi episodi? Non dovrebbero essere loro, visto che non possono non sapere, a dissuadere questi loro fornitori dal comportarsi in questa maniera?
  3. Notare un passaggio importante. Non è che l'azienda abbia interrotto i rapporti dopo un verbale conclusivo dell'Ispettorato del Lavoro o di qualche altra Autorità di controllo. No: i lavoratori si sono rivolti alle Autorità, i datori l'hanno saputo (da chi?le indagini, in certi casi non dovrebbero essere segrete?) e hanno cacciato in quella maniera i lavoratori. E nessuna Autorità ha reagito (non dico per i lavoratori, ma almeno per tutelare la sua immagine e il suo prestigio) Sorgono spontanee delle domande:
    a) quali sono le condizioni operative degli Ispettorati del Lavoro sul territorio?Da quanto dura questa situazione? Cosa si è fatto in concreto da parte dell'Amministrazione e da parte di ogni Sindacato del lavoro pubblico?
    b) l'Italia è un Paese libero. Ma la legge esiste ed è più o meno fatta rispettare. Se rubi al supermercato la guardia giurata ti impedisce subito di farlo. Se rubi in un appartamento i Carabinieri ti pigliano, subito o arrivano a te con le indagini. Quindi grande attenzione alla tutela del patrimonio. Così come alla tutela delle donne e dei bambini. Perfino degli animali (c'è stato un inasprimento delle sanzioni anche in questa materia). Se metti la macchina in divieto di sosta arriva il vigile che ti fa la multa e se necessario chiama il carro attrezzi. Il tratto comune è questo: se ti comporti in una certa maniera l'Autorità interviene subito a fermare l'illecito e a porre fine al danno. Adesso anche allo Stadio. Nel mondo del lavoro, no. Il datore di lavoro può combinare qualsiasi cosa (schiavizzare le persone, affamarle, rovinare le famiglie licenziandole, consentire a un capo reparto di minacciare gli operai, procurare incidenti anche mortali,ecc.) ma il lavoratore, per avere giustizia, deve aspettare anni per averla, a spese sue, con la concreta possibilità, poiché oggi va di moda, che il lavoratore si veda dare torto perchè magari non ha potuto pagarsi il migliore avvocato. Nel mondo del lavoro (chissà chi l'ha deciso e ci piacerebbe sapere cosa ne pensano i sindacati “conflittuali”) non esistono attività di intelligence, sotto copertura (cioè in incognito), riprese con telecamere nascoste, riprese (a scopo dissuasivo, per esempio nei cantieri) con telecamere fisse (collegate alle forze dell'ordine o, basterebbe, con gli ispettorati del lavoro -signori, avete i Carabinieri nelle DPL, lasciateli lavorare, loro saprebbero cosa fare) . Ma soprattutto non esiste (è vietato da anni persino pensarlo) il pronto intervento. Ve l'immaginate una “squadra mobile” dell'Ispettorato del Lavoro?Solo in un caso questo avviene: quando c'è da andare a constatare il decesso di un operaio sul lavoro. Quando chi uccide o rovina un lavoratore avrà la stessa paura di essere colto sul fatto e punito che oggi ha chi ruba una mela al supermercato allora potremo dire di essere un Paese civile. Prima no: mettetela come volete ma in materia di lavoro siamo ancora un Paese di ipocriti, di illusi, di struzzi che mettono la testa sotto la sabbia. Ministro Fornero, ci dimostri che Lei non lo è.
  4. Ma il passaggio che a nostro parere è intollerabile è quello relativo alla notizia che l'attività sia passata a una cooperativa con lavoratori indiani. E l'impegno di chi prima aveva reagito sembra fermarsi lì, così come l'indagine del giornalista (e speriamo che non sia così per l'ispettorato del lavoro, per la Procura e per il Ministero dello Sviluppo Economico).
    a) ma scusate: forse che una cooperativa è autorizzata a pagare un lavoratore agricolo 4 euro l'ora?
    b) ma ri-scusate: forse i lavoratori indiani sono esseri umani di serie B o crumiri da punire, visto che per loro quelle condizioni sembrano accettabili da parte di chi non dice altro?
    c) e, ripetiamo, su questi sviluppi, le Associazioni datoriali (Agricole, della Grande Distribuzione) e le Centrali Cooperative non hanno nulla da dire? E il famoso tavolo della Prefettura è stato sparecchiato? E l'Osservatorio sulle Cooperative presso la DPL di Alessandria?E il Ministero dello Sviluppo Economico (autorità di vigilanza sulle cooperative)? Non sarebbe meglio prevenire piuttosto che muoversi dopo che ci scappi il morto o che delle persone continuino a soffrire una condizione di schiavitù? Ah, dimenticavamo: per la legge italiana il mondo del lavoro è come gli Stadi di calcio di una volta: tutti vedono, tutti sanno cosa succede ma non si interviene perchè non è opportuno. Sempre che qualcuno non rimanga accoltellato.                                        Sappiano però i lavoratori, italiani e stranieri, che questa situazione non migliorerà senza lottare non solo per sé ma per tutti. Quindi starà a loro, organizzandosi in maniera continuativa e incisiva, dando fiducia a veri sindacati, non a propagandisti politici di ogni colore, rischiando di persona, conquistarsi nuove leggi e, intanto, far applicare seriamente quelle che esistono già.



lunedì 13 agosto 2012

INIZIA LA VENDEMMIA: GRANDE CHANCE DI LAVORO PER GLI STRANIERI CON I VOUCHER. MA, PER UN INGORGO TRA RIFORMA FORNERO E DECRETO SVILUPPO I CASSINTEGRATI ITALIANI RISCHIANO DI RIMANERE A GUARDARE


E' iniziata (in Franciacorta) la vendemmia 2012. In Italia dà lavoro a 1.200.000 persone.L'esportazione del vino, per quanto riguarda il settore agroalimentare, è la prima voce per la nostra economia.Esiste anche un "indotto" della raccolta dell'uva.Che dà lavoro a tante aziende e a tantissimi stranieri e giovani. Il cui impiego è stato facilitato, dall'agosto 2008, dall'introduzione anche per queste categorie, nelle campagne, dei "voucher". Da allora si sono contati , solo nel vitivinicolo, addirittura 2 milioni di voucher utilizzati. Anche per i percettori di integrazione del reddito (cassintegrati, lavoratori in mobilità, ecc.) in questi anni c'è stata la possibilità di utilizzare questo nuovo strumento.
Sembrava troppo bello però. E infatti nel testo finale del Decreto Sviluppo, convertito in legge dal Senato, è sì stato approvato un emendamento che consente loro di utilizzare il voucher, ma solo dall'1 gennaio 2013.La vecchia normativa l'aveva previsto per il 2011 e per il 2012 ma l'opportunità è poi saltata con la riforma Fornero. Per cui ora accadrà che questi lavoratori, dal 18 luglio al 31 dicembre 2012 non potranno essere utilizzati col meccanismo del voucher. E ciò varrà non solo per l'uva, ma per la frutta, la verdura e la raccolta delle olive in questa stagione. E' indispensabile quindi che il Governo risolva questo problema al più presto, magari varando una norma interpretativa, perchè si stanno mettendo in ulteriore difficoltà persone che già soffrono di pesanti problemi occupazionali. Oltre ovviamente al disagio per un intero settore.

venerdì 6 luglio 2012

CHIMICA VERDE: UNA SPERANZA PER LA SARDEGNA, PER LA SUA AGRO-INDUSTRIA E PER IL SUO FABBISOGNO ENERGETICO

Leggiamo con piacere una notizia in controtendenza rispetto alle vicissitudini di questi anni dei lavoratori dell'industria sarda.
Dal sito de LA NUOVA SARDEGNA
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/07/06/news/chimica-verde-si-parte-matrica-apre-i-cantieri-1.5367439
Primo elemento: un impianto petrolchimico rimpiazzato da azienda operante nella chimica verde.La partecipazione non passiva degli agricoltori e organi di controllo dell'ambiente al passo con le esigenze dello sviluppo.Grande interesse desta la realizzazione del concetto di filiera innovativa e il coinvolgimento dei vari attori di essa.
I comitati di cittadini molto attivi nelle realtà locali sarde non mancheranno di far sentire la loro voce e di far pesare il loro parere in materia.
Per anni abbiamo sostenuto che per risalire la china (crisi generale dell'agroindustria e specifica dell'economia sarda) occorreva inventarsi qualcosa di nuovo. Ora abbiamo qualcosa di molto concreto su cui anche i lavoratori sardi vorranno dire la propria. L'ideale sarebbe salvaguardare al massimo le tradizioni e evitare che dal bisogno di sviluppo scaturiscano deleterie distorsioni e speculazioni. Quindi vigilanza critica ma anche partecipazione entusiasta a queste novità

sabato 30 giugno 2012

BIOGAS: ENNESIMO TEST SULLA CRESCITA

La CIA (Confederazione Italiana Agricoltori),parte datoriale, da due anni conduce una interessante battaglia per ottenere dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall'Autorità per l'Energia Elettrica e per il Gas, i decreti attuativi per la messa in rete di questa fonte energetica. I vantaggi, dal punto di vista economico per il Paese (quindi anche per i lavoratori dell'agroindustria) sarebbero molteplici:risparmio sull'importazione di gas, la creazione di decine di migliaia di posti di lavoro, crescita del PIL di settore, integrazione del reddito delle aziende agricole e vantaggi ambientali (anche se quest'ultimo punto è controverso) .
La stessa CIA avanza il dubbio che i ritardi governativi possano originarsi da contratti per la fornitura di gas già stipulati con la russa Gazprom. Gradiremmo qualche precisazione dal Ministro Passera.
La produzione del biogas presenta vantaggi e svantaggi. Vantaggi:pareggio del bilancio dell'anidride carbonica emessa in atmosfera e limitazione della diffusione negli strati alti del metano (potente gas-serra) da decomposizione di carcasse e vegetali. Svantaggi:per produrre biogas occorre coltivare appositamente terreni che vengono sottratti alla produzione di derrate alimentari,usando fertilizzanti e pesticidi che inquinano il terreno stesso e la sottostante falda acquifera. I cattivi odori vicini ai centri abitati. L'inquinamento da traffico dei camion occorrenti. Inoltre la comprovata non neutralizzazione di tutti i batteri del ciclo produttivo (alcuni dei quali pericolosissimi).Traccia di queste questioni si ha, ricorrentemente, in occasione dei tentativi di collocare questi impianti sul territorio da parte di imprenditori e delle autorizzazioni concesse o meno dalle amministrazioni locali con contemporanea mobilitazione delle popolazioni interessate. Problema complesso, quindi, che comunque secondo noi va gestito in maniera razionale e non emotiva, caso per caso. E' evidente che innanzitutto vada evitata la collocazione degli impianti vicino ai centri abitati. Inoltre va prevenuta la speculazione da parte di imprenditori estranei al settore agricolo. Quindi andrebbero utilizzati solo scarti agricoli e liquami da allevamento prodotti nella zona dell'impianto e non trasportati da lontano. Anche per garantire che l'integrazione del reddito vada a beneficiare le imprese agricole locali e per limitare il traffico inquinante dei camion provenienti da lontano. E' necessario poi usare effettivamente, in prevalenza, degli scarti e , solo in piccola misura, dei prodotti agricoli che, se sottratti dal mercato, producono un incremento dei prezzi alla vendita. Importante è poi che il calore prodotto dagli impianti venga utilizzato dalla comunità locale (riscaldamento, acqua calda, energia elettrica), privati e imprese, che possano trarre beneficio dal risparmio sui prezzi dell'energia. Sarebbe infatti antieconomica una dispersione di tale risorse. E poi, da ultimo, un controllo esterno efficiente ed efficace. Su vari piani. Da parte dei cittadini, innanzitutto, organizzati in comitati ; da parte degli organi deputati alle analisi chimiche e ambientali; sulla politica locale, per evitare che anche in questo campo si diffonda la piaga della corruzione dei pubblici funzionari. Anche in questo settore il Paese dovrà dar prova di riuscire a crescere, al pari di altri Paesi che da anni stanno già utilizzando questa fonte per i più svariati usi civili.